Un buon manager è in grado di cogliere i punti di forza e di debolezza dei propri collaboratori e di promuoverne la crescita professionale con opportuni strumenti, con la giusta motivazione. Egli osserva e comprende, grazie alle proprie caratteristiche personali e agli strumenti acquisiti nella sua professione, in che direzione spingere il suo collaboratore al fine di sfruttarne a pieno le potenzialità. Ad un livello più ampio e più profondo questo è ciò che il counseling fa nella relazione che si instaura tra Counselor e cliente. Con la differenza sostanziale che è il cliente a scegliere di iniziare un percorso di questo tipo perché ne avverte la necessità o ne intuisce le potenzialità per se stesso. Il counseling promuove la crescita personale attraverso strumenti specifici che tendono a supportare il cliente nell’individuazione di quanto, in un preciso momento di transizione o crisi personale, lo stia trattenendo dal fare pieno uso delle proprie risorse personali. Il counselor offre un aiuto e un supporto nella fase di riconoscimento della problematica e nell’approfondimento della stessa, contribuisce alla focalizzazione e all’individuazione delle risorse che il cliente ha in sé e della cui esistenza o importanza potrebbe non essere consapevole. Ascolto profondo e partecipato, empatia, relazione paritaria, assenza di giudizio sono il punto di partenza della relazione di counseling. Il cliente trova un contesto rassicurante in cui far emergere i propri nodi, in cui esplorarli con l’aiuto di un professionista attento e empatico che ha lo scopo di mettere il cliente al centro, di agevolarlo nella sua naturale spinta a migliorarsi consapevolmente.

Dato un problema, comunque sia avvertito, il counselor supporterà il cliente nella ricerca di soluzioni, di nuovi punti di vista, di risorse per affrontare la realtà percepita dal cliente non solo a livello mentale.

Esistono numerosi orientamenti e scuole di counseling. Quello che proponiamo a Insight parte dal presupposto che l’essere umano è un sistema complesso in cui ogni parte interagisce con  l’altra: mente, corpo e anima si influenzano vicendevolmente. Per tale ragione il Breathwork Counseling che propongo è denominato “a medizione corporea”. Il corpo è depositario di una saggezza sua che va accolta e fatta emergere, va valorizzata in quanto strumento potente di gestione di ogni aspetto della vita, in particolare di quelli problematici.

Basta pensare a quante e quali malattie sono ad esempio correlate con lo stress per comprendere quanto il corpo, spesso prima della mente, dia segnali importanti che varrebbe la pena non trascurare se si desidera, come è giusto e naturale che sia, costruire un benessere che ci permetta di ottenere il meglio dalla nostra esperienza di vita nel rispetto di ciò che siamo e dei limiti che necessariamente sperimentiamo. La consapevolezza degli strumenti che ognuno di noi ha a disposizione per affrontare qualunque fase della vita è fondamentale. Attraverso il Breathwork Counseling, il cliente impara e scopre che il suo corpo, oltre che la sua mente, è uno strumento importantissimo di benessere e che in particolare il respiro è una risorsa di enorme valore nella gestione dello stress e degli stati emotivi difficili, nella comprensione e nell’accettazione dei nodi limitanti e frustranti che impediscono il libero fluire di energie. Le tecniche di  respiro denominate “breathwork” vengono insegnate e condivise favorendo in questo modo l’esplorazione di una risorsa importante e spesso trascurata. Una risorsa che nella sua semplicità si rivela versatile e adatta a vari scopi. Il variare del ritmo, dell’intensità e della profondità del respiro da luogo a reazioni psico-fisiche diverse, dal raggiungimento di uno stato di rilassamento ad una più efficace lucidità mentale, dal recupero di energie vitali in caso di stanchezza alla gestione di uno stato emotivo  complicato più rapido e naturale, solo per citarne alcune.

Il modello è in altre parole olistico: entrare in maggiore e migliore contatto col corpo migliora inevitabilmente la mente, acquisire consapevolezza dei propri strumenti migliora l’esperienza di vita e insegna a costruire più responsabilmente il proprio benessere, rimettendo se stessi al centro, in ogni ambito della vita. Tale consapevolezza avrà inevitabili ricadute positive anche sul piano professionale, perché una persona in equilibrio con se stessa è sicuramente un professionista migliore.

 

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